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COSA FARE IN CASO DI EVENTO LUTTUOSO

Se il decesso avviene in abitazione - Occorre chiamare il medico curante, o la guardia medica, per la dichiarazione delle cause di morte e la redazione di un apposito certificato. Successivamente, se desiderate usufruire dei nostri servizi, contattateci subito.

Cosa fare in caso di evento luttuoso in ospedale o in casa di cura - Se il decesso avviene in ospedale o in casa di cura alle certificazioni di cui sopra provvederà l'Amministrazione Ospedaliera mentre per l'organizzazione del servizio funebre è necessario rivolgersi a noi o altra impresa di onoranze funebri.

Cosa fare in caso di morte violenta od improvvisa per strada o in luoghi pubblici - In caso di morte violenta, di morte improvvisa per strada o in luoghi pubblici, ovvero in caso di morte di persone che vivono sole è necessario avvertire la forza pubblica; la quale, dopo gli accertamenti di legge, darà disposizioni per la rimozione della salma. Contattateci tempestivamente anche in questi casi.
GLI UOMINI ED IL LUTTO

Nel corso dei secoli, l'uomo ha spesso guardato alla morte come a qualcosa da respingere o negare. Il fatto stesso di vivere rende da sempre difficile immaginare una fine reale della vita non è un caso ad esempio che alcuni popoli credano nella reincarnazione dell'anima dopo la morte del corpo. Nella nostra cultura, poi, il tempo scandito da ritmi, lavoro, attività, sembra far allontanare dalla mente il pensiero della morte.
Quando però si è toccati da un evento luttuoso, si cerca una spiegazione attribuendosi colpe o trovando cause esterne maligne (ad esempio il medico che non ha curato bene), perché la morte non è solo assenza, fine, ma è collegata ad un atto cattivo, ad un avvenimento spaventoso che reclama vendetta e punizione.
Se si osservano alcuni riti funerari, ci si accorge infatti che il loro scopo è quello proprio di diminuire l'ira degli dei o della gente per non essere riusciti a salvare la persona cara. La tradizione delle "donne dei lamenti" in alcuni paesi dell'Italia meridionale ne è forse l'esempio: mogli, sorelle e madri dei defunti battono il petto, si strappano i capelli, rifiutano di mangiare, riconoscendo la vittoria del destino sull'uomo e chiedendo pietà per le proprie responsabilità nella morte del parente.
Può stupire che, accanto a questi sentimenti di vergogna e di tristezza, se ne possono manifestare altri di collera verso il defunto: si pensi solo al bambino che s'arrabbia con la mamma morta perché non può più giocare con lui.
Nella nostra cultura, la pietra tombale e il gesto di buttare un pugno di terra sulla bara al momento della sepoltura deriverebbero dal desiderio di tenere sotto terra le parti cattive del defunto, preservando quelle buone per il ricordo: in modo simile si comportavano anche i nativi americani (o indiani) che lanciavano in aria frecce e lance per allontanare gli spiriti malvagi del morto.
Tutto ciò forse sorprende, ma aiuta a capire che l'uomo non è sostanzialmente cambiato nel tempo e che di fronte ad un evento importante come la morte si trova unito nei sentimenti e nelle paure con i suoi simili. Quindi, anche se una persona prova un grande dolore per la perdita di un parente caro, può pensare che chi le sta attorno è in grado di capirla e di aiutarla.
IL LUTTO NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI

L'uomo conosce il "lutto" dalla nascita. Ogni volta che nella vita cambia qualcosa (giocattolo, casa, compagnia, lavoro...) si verifica un lutto: l'uomo acquista in esperienza, ma perde parte di ciò che aveva conosciuto in passato. Quando muore un familiare, questi lascia ricordi intensi, ma anche un grosso lutto che non può essere subito coperto. A cominciare dalle questioni più pratiche: chi penserà ai figli o ai genitori anziani? Chi porterà a casa i soldi necessari? Come farà il coniuge senza il suo affetto ? Chi sbrigherà i suoi affari ? E' naturale che questo tipo di cambiamento impegni maggiormente i familiari del defunto, costretti in breve tempo a riorganizzare la propria vita. La maggior parte, prima o poi, riesce ad accettare il cambiamento e la nuova identità (ad esempio, di vedovo/a), senza grandi ripercussioni nella vita sociale. Ma se questo accade è perché  è presente un corretto senso di adattamento che non è mancanza di rispetto per la memoria del defunto, ma spinta a vivere una nuova vita.
Accettando la realtà si abbandona quella parte di noi che non vuole credere che la persona cara non ci sia più. La morte è parte della vita ed è inevitabile; riconoscerlo mette forse angoscia, ma permette di superare con meno problemi i momenti in cui risulta difficile dare un senso all'esistenza.
Informazioni sul Lutto
CONTROLLARE IL LUTTO

Ogni persona reagisce agli eventi della vita in modo diverso. Nella situazione di lutto, c'è chi maschera la propria sofferenza non esprimendo le proprie emozioni e  c'è chi riesce a trovare da solo gli stimoli per andare avanti.
Molto spesso il periodo successivo alla morte  di una persona cara comporta nuove esigenze: si cerca l'occasione per confrontarsi con persone che hanno avute esperienze simili, è un momento in cui l'attenzione a se stessi e alle proprie reazioni va messa in primo piano.
Chi crede possibile far passare in fretta questo periodo prendendo ad esempio delle medicine o buttandosi a capofitto sul lavoro si deve spesso ricredere: la situazione di lutto richiede tempo per permettere un adattamento stabile.
Un primo passo per evitare che questo periodo naturale dia complicazioni è prendere conoscenza (senza allarmarsi) dei normali sintomi che può avvertire una persona colpita da lutto.
Tra i sintomi fisici, possono manifestarsi dolori corporali (mal di testa e di schiena, nausee, vista confusa). insonnia e perdita dell'appetito, abuso di medicine (o di tabacco e alcol), una maggiore facilità ad ammalarsi, la sensazione di avere sintomi simili a quelli del defunto.
Tra i sintomi psicologici, l'eventuale stato di depressione successivo al decesso può dar luogo a crisi di pianto, a sensazioni di fatica mentale, di svogliatezza, di perdita degli obbiettivi della vita.
L'ansia può manifestarsi con rabbia e sospetti verso persone e situazioni, o anche con la messa in atto di comportamenti di ricerca dello scomparso.
Da ricerche svolte risulta che la perdita di una persona cara ha in genere conseguenze serie per la salute di chi le era legato solo se si combinano diverse circostanze negative. Certamente, l'isolamento da parenti e amici e la scarsa abitudine ad adeguarsi alle difficoltà (vedi nelle persone anziane) rappresentano due elementi di rischio, inoltre, alcune persone possono ancora risentire di perdite passate: in tali casi, siccome la nuova situazione di lutto rischia di riaprire le vecchie ferite, il sostegno di persone fidate può risultare davvero decisivo.
LE NORMALI TAPPE DEL LUTTO

Anche nelle situazioni di difficoltà, la persona passa di solito attraverso 4 fasi prima di accettare definitivamente il lutto avvenuto:

1. DISORIENTAMENTO: è la risposta iniziale alla morte, uno stato di choc che paralizza. Si vorrebbe tornare indietro, la notizia non sembra vera, i bisogni di fame e di sonno sono minimi.

2. RABBIA E PROTESTA: dopo lo choc, si manifesta una forte emozione, che spesso provoca il pianto o comportamenti di ricerca del defunto. La rabbia può diventare accusa verso se stesso o verso persone reputate colpevoli di aver abbandonato il morente (parenti, dottori, etc.);

3. DEPRESSIONE: è una fase delicata, perché è più avvertita la sensazione che il defunto non tornerà. Situazioni e atti a lui legati cominciano a far parte del ricordo e non della realtà;

4. ADATTAMENTO: la persona accetta la morte come fatto (e il suo nuovo stato di vedovo/a, orfano/a...); trova la forza di ritornare alla vita sociale con la partecipazione di sempre.
AIUTARSI CON GLI ALTRI

Gli uomini convivono con la morte da quando esistono. Hanno cercato con le celebrazioni di tramandarsi usanze che permettessero di affrontarla adeguatamente. La tomba consente ai parenti e alla società di tollerare meglio l'emozione della perdita. Non c'è più la persona cara, ma rimane un simbolo (la lapide) che la ricorda e garantisce la continuazione del rapporto con lei.
Morire è poi un fatto sociale: la comunicazione della perdita del familiare col rito funerario permette al parente di manifestare la sua appartenenza ad una famiglia, ad una civiltà, per richiederne consolazione.
Grazie a questi costumi, chi ha bisogno di conforto ha dunque le basi per aiutarsi ed imparare ad aiutarsi.
Innanzitutto, la presenza di persone che accolgano la sua voglia di sfogarsi risulta essenziale. tutti possono dare una mano: parenti, amici, religiosi, medici, infermieri; a volte è sufficiente che la persona in lutto senta che chi ha di fronte la ascolta in maniera umana e sincera.
Se i colloqui non bastano, può diventare utile leggere libri che trattano il problema della morte. Se chi è deceduto ha passato un periodo in casa di cura, si può avvertire il bisogno di andare a trovare altri pazienti, di occuparsi del volontariato o di contribuire alla ricerca per la cura delle malattie. Il ricorso a psichiatri, medici assistenti sociali è a volte da intendersi come una necessità di essere rassicurati e non tanto come un indizio del proprio stato di salute.
In altre parole, la persona che si muove per cercare conforto e permettere di farsi aiutare indica che è disponibile ad accettare la sua nuova situazione.
AIUTARE IL PARENTE

Se i parenti riescono ad esternare le proprie emozioni, parte del merito può essere anche delle persone che stanno loro intorno. Basta poco per far accettare meglio il proprio aiuto. Ecco alcuni esempi di situazioni possibili:

COMUNICAZIONE AL BAMBINO
E' poco opportuno tenere all'oscuro o ingannare con bugie il bambino, e non serve riempirlo di regali per compensarlo della perdita subita. Egli si accorge prima o poi che c'è qualcosa di strano e, non conoscendo la verità, può sviluppare traumi difficili da curare visto che le persone intorno non gli sembrano sincere e quindi in grado di aiutarlo.
La franca comunicazione del decesso e la proposta di andare a vedere il defunto sono invece segnali di considerazione per lui.
Il bambino può così condividere sofferenze e segreti con i parenti più grandi, avere da loro risposte anche delicate, ma che permettono di interpretare l'evento morte con meno tensioni e colpe. Non bisogna dimenticare che la presenza di bambini piccoli ha spesso un buon effetto sul morale dei familiari in lutto.

ORGANIZZAZIONE FAMILIARE
Soprattutto nei primi mesi del lutto, può essere d'aiuto mantenere l'organizzazione "d'emergenza" che la famiglia si era dovuta dare. Così, una vicina che venga non "per sentire le ultime notizie", ma per togliere al padre qualche compito familiare (far da mangiare, seguire i bambini) può rivelarsi un notevole aiuto. Anche i parenti coi quali si ha un maggior contatto costituiscono di solito un supporto efficace.

CONDOGLIANZE
Sono preferibili espressioni simpatiche con un contatto fisico (come una stretta di mano), parole che facciano sentire il parente vicino al suo ambiente: "Non so che dirti, ma sappi che ti sono vicino", "capisco quanto sia difficile per te ora...", Sono meno indicate frasi fatte, espressioni fredde e suggerimenti concreti.
I familiari sono di solito contenti di parlare con persone che hanno avuto recenti contatti con il defunto e che possono raccontare episodi felici dell'ultimo periodo della sua vita.

MORTE DA BAMBINI
La perdita di un bambino può essere vissuta da genitori, zii, nonni come una rottura della continuità della loro vita e della loro speranza di vedere realizzati in lui i loro progetti. L'amarezza è in genere grande ed è importante che i parenti più lontani evitino di sovraccaricare di critiche proprio le persone più colpite dalla scomparsa (ad esempio i genitori).

LAVORO
Il parente che lavora ha di solito bisogno di almeno 2-3 giorni di ferie per sbrigare le pratiche più urgenti (funerali, avvisi a conoscenti....) e per iniziare ad affrontare la nuova situazione. L'attenzione di dirigenti, di collaboratori (o familiari se il lavoro è autonomo) può risultare preziosa per evitare affrettati rientri.

OGGETTI PERSONALI
Portare o tenere con se oggetti appartenenti allo scomparso (penna, foulard, pipa, libri, braccialetti....) o che ricordino bei momenti passati insieme (foto, video) è un modo abituale per mantenere un contatto e per meglio tollerare i primi mesi del lutto.

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